Figure di continuazione del trend

Negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di comprendere quali siano le caratteristiche del trend, e in che modo poter analizzare e costruire i grafici per poterci aiutare nell’analisi delle tendenze di mercato. Cerchiamo ora di avviare una nuova fase di approfondimento nel nostro studio, esaminando che cosa siano le figure di continuazione del trend, ovvero quelle figure che ci permettono di comprendere se la tendenza attualmente in atto sarà destinata o meno a proseguire.

Considerando che – come abbiamo già ribadito – è molto più semplice cavalcare un trend che si è già formato piuttosto che intuire la sua inversione, ne deriva che le figure di continuazione sono le prime che dovrebbero essere imparate da ogni buon trader.

Che cosa e quali sono le figure di continuazione

Sulla base di quanto abbiamo introdotto, dovrebbe essere abbastanza intuibile che le figure di continuazione sono una sorta di “pausa” del trend in essere. Immaginate che il mercato stia facendo una corsa e che, come ogni buon atleta, debba gestire le sue forze e ogni tanto debba “rallentare” per poter riprendere fiato, salvo poi proseguire la sua corsa con rinnovato slancio. La stessa cosa avverrà anche nella realtà dei mercati finanziari: la “spia” di un simile atteggiamento è proprio rappresentato dalle figure di continuazione, generalmente associate da volumi bassi e da livelli di volatilità inferiori a quelli tipici delle fasi trending, in cui il mercato inverte la rotta.

Nell’ipotesi in cui una figura di continuazione viene rotta, di solito nella direzione del trend, è necessario osservare volumi di scambi crescenti, confermando così la bontà del segnale forex.

Chiarito ciò, premettiamo fin da questo paragrafo che andremo a vedere, rapidamente, come funzionano le principali figure di continuazione: i rettangoli, i triangoli, i cunei e le bandiere.

Figure di continuazione: i rettangoli

La formazione di un rettangolo, in qualità di figura di continuazione, si verifica quando i prezzi sono “ingabbiati” all’interno di due rette parallele: quella superiore individua un livello di resistenza statistica, quella inferiore un livello di supporto statico (di entrambi i concetti abbiamo già detto nel corso delle recenti puntate del nostro percorso formativo).

Come ribadito, i volumi sono mediamente più bassi rispetto a quelli che potreste incontrare nelle fasi di trending, ma sono comunque superiori rispetto alle altre figure di continuazione che tra breve andremo ad analizzare, confermando che il mercato è semplicemente in sosta, prima di riprendere la sua corsa.

Con tali caratteristiche, la figura di continuazione in questione altro non è che un sostegno che forma un’area di congestione, un trading range in cui il mercato sta accumulando potenziale per poter riprendere la direzione precedente, uscendo dalla figura di continuazione verso la stessa direzione che aveva prima di entrare in questa zona di congestione.

Ad ogni modo, attenzione a non avere fretta di “scappare” da questa area: spesso il mercato permane all’interno delle formazioni a rettangolo anche per diversi mesi, a differenza delle altre figure di continuazione che si risolvono in tempi più brevi. Ma come ci si deve comportare all’interno di queste figure di continuazione? È bene comprare o attendere? E se poi il mercato non si comporta come da previsioni?

Sebbene ogni contesto sia contraddistinto da specifiche cautele, in linea di massima si può affermare come un “buon” comportamento sia quello di chi acquista nella parte bassa dell’area di congestione e rivende nella parte alta, con livelli di stop loss molto stretti (da porre appena al di fuori del rettangolo). La rottura della figura di conversione dovrà essere confermata da volumi piuttosto sostenuti, e – in questo caso – il trader avrà a disposizione un segnale operativo molto importante, che dovrebbe indurlo ad assumere posizione nella direzione della stessa rottura.

Si tenga inoltre conto che i rettangoli sono comunemente chiamati zone di accumulazione se preludono alla ripresa di un trend rialzista, e zone di distribuzione se invece preludono alla ripresa di un trend ribassista. Molta attenzione dovrà altresì essere riposta alle dimensioni del rettangolo stesso: più la lunghezza dell’area è estesa e maggiore sarà il tempo che dura la congestione; più la larghezza dell’area è estesa e maggiore asrà lo spessore dell’attività nella fase di congestione. In ogni caso, al crescere delle dimensioni crescerà anche la forza richiesta al movimento che ne consegue.

Figure di continuazione: i triangoli

Passiamo dunque a un’altra tipica figura di continuazione, rappresentata dai triangoli. Contrariamente al rettangolo, per cui diviene possibile compiere una trattazione omogenea dell’argomento, in questo caso dobbiamo affrontare tale figura di continuazione attraverso tre diverse tipologie: i triangoli simmetrici, o isosceli; i triangoli ascendenti; i triangoli discendenti. Vediamoli separatamente.

Il triangolo simmetrico è una figura che è costituita da due trendline, a costituire i lati del triangolo, convergenti. Il triangolo andrà pertanto a delimitare una formazione grafica che è contraddistinta da minimi crescenti e massimi decrescenti, che vanno a convergere verso un punto di incontro. Questa situazione conferma la mancanza di una direzionalità precisa da parte del mercato, poichè al suo interno mancano le condizioni tipiche delle fasi di trending, che – come abbiamo visto qualche settimana fa – sono proprio i minimi e i massimi crescenti (up-trend) o i minimi e i massimi decrescenti (down-trend).

In simili contesti, il triangolo è una figura di continuazione che rappresenta una pausa nel trend. Così come nel rettangolo, anche tale figura è rappresentata da volumi decisamente bassi, ma rispetto al rettangolo sono di norma ancora più bassi. La volatilità sarà confermata limitata, come nella figura di continuazione che abbiamo già rielaborato. Inoltre, un’altra caratteristica tipica del triangolo in questione è data dalla presenza di onde al suo interno, la cui ampiezza sarà gradualmente inferiore. Infine, rammentiamo come per poter conservare una validità previsiva, è fondamentale che la rottura del triangolo avvenga circa tra la metà e i tre quarti della stessa figura, poichè una rottura in prossimità dell’apice sarebbe priva di qualsiasi tipologia di significato (d’altronde, prima o poi qualsiasi linea uscirà da un triangolo, considerato che le due trendline convergono!).

Si tenga a mente, in tal proposito, che la formazione a triangolo ci permette di ottenere anche un valore aggiunto informativo sicuramente utilissimo: un vero e proprio target di prezzo, sebbene non così sofisticato come quello che potrebbe scaturire da altre tecniche che andremo ad analizzare nel corso delle prossime occasioni di approfondimento.

Di fatti, nell’ipotesi in cui la rottura avvenga nella zona di maggiore significato per l’analisi, con volumi sostenuti e crescenti, il trend di fondo è previsto riprendere con un primo obiettivo di prezzo che potrà essere individuato proiettando dal punto di rottura la lunghezza base del triangolo. Provate a prendere un grafico nel quale è già tracciata tale figura di continuazione ed esercitatevi nel calcolare il vostro target price. Vi renderete immediatamente conto che quanto più esteso era il movimento quando la figura ha iniziato a formarsi, tanto più ambizioso sarà l’obiettivo.

Alternativamente, potete individuare il vostro prezzo obiettivo andando a tracciare una retta che si muove parallela al lato inferiore del triangolo, a partire dal vertice superiore della base dello stesso triangolo. Il livello di questa retta, al di sopra del punto di rottura, è in grado di rappresentare un primo obiettivo di prezzo che potrebbe essere raggiunto dalle quotazioni dell’asset che avete scelto di mettere nel mirino.

Chiaramente, in maniera speculare, nell’ipotesi in cui la rottura avvenga al ribasso, sarà necessario tracciare una retta parallela al lato superiore del triangolo, partendo dal vertice inferiore della base del triangolo stesso. Si tenga infine in considerazione che in alcune occasioni dopo la rottura è possibile sperimentare un “pull back”, ovvero un movimento di ritorno, verso il triangolo: è tuttavia necessario che i volumi in questa fase siano piuttosto bassi, e che quando il movimento riprende nella direzione della rottura (ovvero, del trend dominante) i volumi siano crescenti e più sostenuti.

Prima di passare ai cunei, quale terza figura di continuazione di cui oggi vogliamo parlarvi, chiudiamo il tema dei triangoli discutendo rapidamente dei significati e delle particolarità di quelli ascendenti e discendenti.

Per quanto riguarda il primo tipo di triangolo, quello rettangolo ascendente, possiamo ben rammentare anche in questa sede come la figura sia contraddistinta da minimi crescenti e da massimi allo stesso livello, indicando perciò una maggiore forza dei compratori. Si tratta di una classica figura di continuazione di natura rialzista, ed è pertanto scontato incontrarla negli up-trend: per il resto, potete prendere come riferimento quanto abbiamo già detto in relazione del triangolo simmetrico.

Infine, è possibile che nelle vostre esplorazioni tecniche possiate incontrare anche il triangolo rettangolo discendente, contraddistinto da massimi decrescenti e da minimi allo stesso livello, indicando perciò una maggiore forza dei venditori. In maniera opposta a quella del triangolo rettangolo ascendente, la figura sarà di continuazione ribassista, e potrete incontrarla generalmente nei down-trend. L’interpretazione di questa figura di continuazione sarà simile a quella già vista per quanto concerne il triangolo simmetrico, e lo stesso potrà ben dirsi per quanto concerne il calcolo dei target price.

Figure di continuazione: i cunei

Meno “gettonata” rispetto a rettangoli e triangoli (anche perché spesso viene confusa con i secondi), il cuneo, o wedge, è una figura di continuazione che appare come un triangolo irregolare, i cui due lati (cioè, le linee di tendenza, o trendline) convergono con diverse pendenze, assumendo così la forma di un cuneo. Come già anticipato tra parentesi, spesso questa figura di continuazione è confusa dai trader meno attenti con un semplice triangolo: le implicazioni sono abbastanza diverse, ed è bene prendere la giusta confidenza con esse fin da subito, al fine di non maturare errate convinzioni.

Chiarito ciò, ricordiamo come la formazione a triangolo del cuneo sia contraddistinta da una graduale diminuzione dei volumi, in grado di segnalare una sosta del trend, ma non una sua inversione. L’inclinazione del triangolo sarà di norma opposta alla direzione dello stesso trend: significa che troveremo un cuneo discendente (il falling wedge) nell’ipotesi di trend positivo, con implicazioni rialziste, mentre troveremo un cuneo ascendente (il rising wedge) nelle ipotesi di trend negativo, con implicazioni ribassiste.

Se esteticamente alcuni trader sono portati a confondere il cuneo con i triangoli, altri ritengono utile accomunare il cuneo alle bandiere, la quarta e ultima figura di continuazione che tra breve esamineremo: il motivo è tuttavia da limitarsi al particolare posizionamento con inclinazione opposta del cuneo, e in grado di rappresentare anche la principale differenza rispetto ai triangoli ascendenti e a quelli discendenti.

Per il resto, però, i trader che accomunano il cuneo ai triangoli non commettono errori tropo gravi: la maggior parte delle caratteristiche e delle implicazioni sono infatti simili a quelle già viste per i triangoli simmetrici (non per quelli ascendenti e discendenti!) con la sola differenza che in genere i cunei hanno la tendenza a ritracciare una percentuale più ampia del movimento che precede, rispetto ai triangoli simmetrici.

Figure di continuazione: bandiere

Arriviamo dunque alla quarta e ultima figura di continuazione: le bandiere (flag), spesso analizzate in maniera integrata con i gagliardetti (pennant) a seconda di come si struttura la figura.

Si tratta, in ogni caso, di una figura di continuazione davvero molto interessante. Oltre ad essere piuttosto frequente all’interno di un grafico di analisi tecnica, le bandiere e i gagliardetti sono abbastanza tipicamente riconducibili alla possibilità di segnalare la fine temporale di un trend, e sono dunque elementi molto utili per poterne ipotizzare l’esaurimento.

Naturalmente, quanto abbiamo appena ricordato non sta affatto a significare che si tratti di figure di inversione! Come i triangoli, i rettangoli e i cunei, infatti, anche le bandiere e i gagliardetti sono delle tipiche figure di continuazione, rappresentando dunque delle soste nella corsa del mercato, accompagnate da bassi volumi.

Tuttavia, è errato valutare le bandiere e i gagliardetti in maniera identica alle altre figure di continuazione, considerato che le loro caratteristiche sono piuttosto specifiche. In primo luogo, è utile ricordare che di solito queste figure si esauriscono in un tempo inferiore ai triangoli, divenendo dunque molto meno longeve, soprattutto nelle ipotesi di trend discendente. Inoltre, è utile ricordare altresì che in genere sono precedute da un forte movimento quasi verticale, che disegna la loro “asta” all’interno del grafico. Dopo questo scatto, il mercato cercherà di riprendere fiato per qualche seduta, per poi riprendere nella stessa direzione: ecco dunque formarsi la bandiera, o il gagliardetto. Peraltro, diviene essenziale che la rottura della formazione avvenga con volumi sostenuti, soprattutto nell’ipotesi di continuazione di un trend ascendente.

Per quanto attiene la loro forma, le formazioni a bandiera hanno un aspetto di parallelogramma, con inclinazione opposta alla direzione del trend: si tratta pertanto di una sosta del trend dominante contraddistinto da una breve correzione, ovvero di un trend di ordine inferiore (più breve) opposto al trend principale. I massimi e i minimi sono entrambi crescenti o decrescenti. I gagliardetti sono di forma triangolare, di dimensione piccola rispetto alla lunghezza dell’asta, con volumi molto bassi.

Chiarito questo punto, si tenga conto che sia le bandiere che i gagliardetti risultano essere molto utili per poter fornire degli obiettivi di prezzo: statisticamente, infatti, queste figure si collocano verso la metà di un movimento, e sulla base di ciò non è raro poter ipotizzare agevolmente un target di prezzo.

Comuni soprattutto nel mercato degli strumenti derivati, non è da escludere che possiate riscontrarle un po’ ovunque… anche in riferimento al vostro asset / mercato preferito!

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