Figure di inversione del trend

Qualche giorno fa ci siamo lungamente occupati di quali siano le principali figure di continuazione del trend: si tratta di segnali che ci permettono di comprendere se la tendenza attualmente in atto sul mercato potrà o meno proseguire, con battute d’arresto e di sosta più meno ampie.

È ora giunto il momento di occuparci delle figure di inversione della tendenza in atto: come abbiamo avuto modo di ricordare in qualche altra occasione, noterete che intuire quando il mercato sta virando il proprio trend è molto più difficile rispetto a cavalcare la stessa tendenza in progresso. Naturalmente questo non deve affatto allontanarci dalla possibilità di poter ottenere le giuste soddisfazioni attraverso l’analisi dei segnali di inversione, ma probabilmente sarebbe più opportuno prendere prima la giusta dimestichezza con le figure di continuazione, prima di procedere con le figure di inversione.

Di fatti, il nostro consiglio iniziale non può che essere quello di studiare prima quale sia il trend principale all’interno del quale l’asset che abbiamo messo nel mirino si sta muovendo, e cercare di limitarsi a operare contro il trend principale solamente se ne siamo pienamente consapevoli e, comunque, per periodi brevi e con ottica speculativa. Insomma, per poter capire quando il trend sta per invertire la propria tendenza, occorre prima di tutto capire quale sia il trend in atto e attendere l’avverarsi di un segnale affidabile per il completamento della figura di inversione.

Quanto sopra vi sarà utile non solamente per andare a caccia di inversioni, quanto anche per poter comprendere se, in realtà, il mercato ha intenzione o meno di cambiare rotta: nel momento in cui una figura di inversione si sta creando ma la sua formazione è interrotta, il mercato potrebbe infatti interpretare questo segnale come una forte conferma della continuazione del trend in essere.

Chiarito quanto precede, cerchiamo di comprendere quali siano le principali figure di inversione del trend in atto. Le più note e importanti sono due: il testa e spalle e il doppio / triplo massimo / minimo.

Testa e spalle

Cominciamo dalla più famosa figura di inversione, chiamata “testa e spalle” (traduzione letterale del termine “head and shoulders”). Il perché di questo nome particolare è riscontrabile semplicemente guardando la figura stessa su un grafico: troviamo una prima fase di rialzo con parziale correzione, una seconda fase di rialzo ulteriore cui fa seguito una nuova correzione, e un terza fase di ultimo rialzo con un’ultima correzione.

Riassumiamo in maniera più schematica:

  1. La prima fase è rappresentata da un rialzo contraddistinta da forti volumi che danno vigore all’aumento stesso, seguita a breve distanza da una correzione al ribasso accompagnata invece da bassi volumi (la spalla sinistra).
  2. La seconda fase è costituita da un nuovo rialzo superiore al precedente in termini di prezzi, ma con volumi inferiori rispetto al primo rialzo, per poi incontrare una seconda correzione che termine in corrispondenza con la base della spalla sinistra (la testa).
  3. La terza fase è un nuovo rialzo, più basso del precedente sia in termini di prezzi che in termini di volumi, cui segue una nuova correzione (la spalla destra).

Ora, una volta che queste tre fasi sono state individuate, sarà possibile tracciare una linea che va a unire il punto da cui la spalla sinistra inizia a formare la testa con il punto in cui si inizia a formare la spalla destra: questa linea, chiamata linea del collo (o neckline) molto importante per il trader che sceglie di effettuare un’analisi grafica di questo tipo. Ma perché?

La motivazione – che probabilmente andrete a toccare con mano non appena avrete modo di effettuare un test diretto, rendendovi conto che è molto più facile da verificare che da studiare in linea teorica! – è abbastanza semplice: nel momento in cui avviene la correzione ribassista della spalla destra, infatti, la neckline ci indica un chiaro riferimento comportamentale. Se la correzione non si arresta sulla neckline, ma la rompe con volumi in aumento, la figura del testa e spalle si può ritenere ben completata e il titolo comincerà a muoversi al ribasso.

In tal senso, come abbiamo avuto modo di rammentarvi più volte negli ultimi giorni, è molto importante analizzare sinergicamente l’andamento dei prezzi con quello dei volumi: affinché il movimento trovi conferma e supporto, è fondamentale che i volumi siano ampi e incoraggianti, e non bassi e titubanti.

In aggiunta a quanto sopra, tenete conto che generalmente prima del movimento al ribasso vero e proprio, il mercato garantisce ai prezzi una piccola reazione rialzista che può portarli nuovamente sulla neckline e che crea molta confusione nel trader non particolarmente esperto, che non è sicuro se la figura sia pienamente formata e in grado di assicurare tutti i significati di cui necessiterebbe.

In realtà, questa piccola reazione non è affatto disdegnabile: si chiama, in gergo, pull back, e non è detto che vada a rovinare il vostro piano di trading. È tuttavia necessario che il pull back avvenga con volumi bassi, a rappresentare l’ultima possibilità per gli investitori di uscire dal mercato prima che venga intrapresa con maggiore decisione la strada di discesa. Pertanto, il trader che ha in portafoglio il titolo interessato dal testa e spalle, e che sta valutando il da farsi sull pull back, dovrebbe senza indugio vendere l’asset prima che il mercato prenda la strada al ribasso: difficilmente infatti avrà una seconda occasione così profittevole per poter cedere sui mercati il proprio titolo. In tale relazione, pertanto, il pull back è l’ultima possibilità per poter uscire dal mercato: la neckline si trasformerà pertanto in resistenza, respingendo il rialzo e dando origine al vero e proprio movimento ribassista, accompagnato da forti volumi.

A questo punto, se il movimento di cui sopra vi è chiaro, e se chiari sono anche i significati che potete ottenere da questo genere di figura di inversione del trend, possiamo fare un piccolo passo in avanti e scoprire uno dei tanti vantaggi del testa e spalle: la possibilità di poter determinare con facilità un target price del movimento ribassista.

In questo ambito, un primo prezzo obiettivo sarà determinato dalla distanza tra il punto più alto della testa e la neckline, tracciato dal punto di rottura della stessa linea del collo: questo è un target price minimo. Spesso però il movimento continuerà percorrendo ancora una distanza uguale alla distanza che esiste tra il punto massimo della spalla destra e la neckline.

In alcuni casi potrebbe invece verificarsi la presenza di una figura speculare a quella che abbiamo sopra visto, un testa e spalle rovesciato (o, se preferite, un reverse head and shoulders). Ma cosa significa? Questa figura è un segnale fortemente rialzista, che vi consigliamo di sostenere con convinzione.

Doppio e triplo massimo / minimo

Come avevamo anticipato nelle righe precedenti, un’altra figura di inversione primaria è rappresentata dal doppio o triplo massimo e dal doppio o triplo minimo: nel primo caso la figura sarà ribassista, nel secondo caso sarà invece rialzista.

Cominciamo con il doppio o triplo massimo, una figura che rappresenta quella condizione in cui il titolo raggiunge un determinato prezzo per due o tre volte senza tuttavia riuscire a superarlo, per poi ridiscendere verso la base del movimento, rompendola al ribasso sostenuta da volumi molto forti. È pertanto in grado di rappresentare una sorta di “tetto”, con resistenza statica contraddistinta dall’indebolimento della forza rialzista, che conduce a un ripiegamento verso il basso dei prezzi.

Peraltro, si tenga conto che nel tentare di rompere questa resistenza, il titolo subirà delle reazioni ribassiste che condurranno alla determinazione, nel caso della figura del doppio massimo, di una configurazione a M, mentre nel caso di un triplo massimo a una sorta di zig-zag laterale. Ad ogni modo, affinché la figura di inversione sia proficuamente realizzata, non è affatto necessario che il titolo si fermi proprio sul prezzo del proprio massimo: è possibile adottare una certa elasticità in tal senso, con la conseguenza che si può superare leggermente o fermarsi leggermente sotto di esso.

Come per il testa e spalle, vanno inoltre tenuti presenti i volumi che in genere in corrispondenza del secondo o del terzo massimo sono inferiori rispetto al raggiungimento del primo, che sarà contraddistinto da volumi piuttosto sostenuti.

Sempre al fine di chiarire alcuni dei principali equivoci che potrebbero sorgere nella corretta analisi del doppio o del triplo massimo, è bene rammentare che è opportuno agire con cautela prima di parlare in tali termini di qualsiasi situazione in cui il prezzo si ferma in corrispondenza di un massimo precedente (questo fenomeno è abbastanza comune in un trend rialzista). Per poter parlare proficuamente di doppio o triplo massimo è invece necessario che si verifichi la rottura della base della figura (cioè, la base della “M” che si formerà nel grafico). Meglio pertanto attendere la corretta formazione della figura di inversione prima di assumere delle posizioni troppo affrettate.

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